Parrocchia San Giuseppe Artigiano in Settimo Torinese


CHIESA SUCCURSALE CONSOLATA



 

Con la costruzione delle case Gescal, si impone l’esigenza di un nuovo centro religioso, per favorire l’avvicinamento alla parrocchia e l’inserimento sociale dei nuovi abitanti. La chiesa, intitolata alla Beata Vergine Consolata, viene consacrata dal Card. Anastasio Ballestrero il 15 settembre 1987. Nell’abitazione adiacente viene ad abitare con la sua famiglia il diacono Vincenzo Petrosino, al quale è affidata la cura pastorale della chiesa succursale. Nel 1999 gli succede il diacono Mario Sabato, che abita tuttora anch’egli presso la Consolata, con la moglie Tiziana e i figli Lucia, Alberto e Chiara.

 

LA DEVOZIONE A MARIA CONSOLATRICE

La devozione a Maria Consolata è iniziata a partire da una icona di Maria che viene ancora conservata all'interno del santuario. La storia (anche se non suffragata da documenti) narra che l'icona, già presente fin dal IV secolo in una preesistente chiesa dedicata a sant'Andrea, era stata smarrita. Un cieco proveniente da Briançon ricuperò la vista cercandola, era il 20 giugno 1104. A seguito del miracolo, la chiesa di sant'Andrea venne rinnovata e l'icona collocata solennemente al suo interno. L'edificio attuale è un ampliamento della precedente chiesa di sant'Andrea. A partire dal 1706, la basilica fu il centro propulsore della fede e della religiosità torinese durante i duri giorni dell'assedio franco-spagnolo; la città si raccomandò alla Madonna Consolata per la propria salvezza, e come ex voto vennero posti, nei punti di maggiore importanza della città, una serie di piloncini recanti l'effige della Vergine e la data memoranda: 1706. I santi che Torino ha avuto nei secoli sono sempre stati particolarmente legati a questo santuario. Tra essi, San Giuseppe Cafasso, che è sepolto all'interno del santuario, San Giovanni Bosco e san Leonardo Murialdo che vi si recavano frequentemente. Giuseppe Allamano, fondatore dell'Istituto Missioni Consolata, ne fu rettore dal 1880 al 1926.